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Nel '98 l'Iran voleva attaccare i talebani...
da Il Foglio del 18.09.2001 pag. 3

"Teheran. Pronti missili e bombardieri, mobilitati truppe e carri armati per punire la "barbarie" dei talebani e la protezione accordata ai "terroristi". "Se ci fanno la guerra, ci sarà un effetto a catena, tutta la regione si trasformerà in un'immensa palla di fuoco", rispondono minacciosi da Kabul. Settembre 2001? No, settembre '98. Il paese che sinora è arrivato più vicino a fare una guerra agli "studenti islamici" al potere a Kabul non sono gli Stati Uniti, è la Repubblica islamica dell'Iran. Gli Stati Uniti sconsigliarono l'Iran: non avrebbero tollerato che Teheran facesse ai talebani quello che il Vietnam aveva fatto ai khmer rossi cambogiani. L'Europa, timorosa che l'incendio lambisse i pozzi, "frenava", predicava diplomazia anziché gesti inconsulti. La guerra non ci fu anche perché l'opinione pubblica iraniana era contraria, malgrado i talebani avessero ammazzato, dopo aver preso il caposaldo di Mazar el Sharif alle forze di Ahmad Massoud, centinaia di sciiti e otto diplomatici iraniani. Dopo otto anni di sanguinosa guerra contro l'Iraq era sorta una "sindrome del Vietnam" iraniana.

L'Iran khomeinista ce l'ha molto con i talebani. Per anni sono stati concorrenti in estremismo e fanatismo islamico. Si sa che gli scontri tra movimenti con forte impronta ideologica sono spesso più feroci degli scontri tra "nemici". Poi, vi sono profonde ragioni storiche, culturali, etniche. Per quelli del bazar di Teheran, gli afghani sono un po' come gli albanesi nel nostro Nord-est. C'è una contrapposizione religiosa: gli iraniani sono sciiti, gli afghani quasi tutti sunniti. Ce n'è una etnica: i talebani sono pashtun, in contesa con le altre etnie e tribù afghane, non solo hazar sciiti, ma tagiki, baluci, brahui che parlano farsi, uzbeki e turcomenni che parlano turco. La Persia è uno Stato multietnico dominato dai farsi, timoroso delle spinte centrifughe. E poi c'è il petrolio. Di guerra Iran-talebani s'è cominciato a parlare quando i talebani a Kabul si sono detti favorevoli alla costruzione di un oleodotto che porti verso il Pakistan e poi l'Occidente, traversando l'Afghanistan anziché l'Iran, le risorse energetiche dei paesi vicini oltre il Caspio. A fianco dei talebani, con l'Arabia Saudita, c'erano gli Stati Uniti."

Giornalismo - cinismo
da Il Foglio del 18.09.2001 pag. 4

"Signor direttore - Da una Newsletter di Dario Fo & famiglia: "I grandi speculatori sguazzano in un'economia che uccide ogni anno decine di milioni di persone con la miseria, che volete che siano ventimila morti a New York?"
Qui ci scappa il Nobel per la pace.
Mattia Feltri
[è il redattore omonimo?]"

Testo originario:

"…La gente ancora urlava appesa ai grattaceli in fiamme, prima che crollassero, e già i grandi broker gridavano nei loro cellulari:"Compra petrolio! Vendi tutto! Compra petrolio!" e mentre i titoli azionari perdevano il 10% in pochi minuti il petrolio saliva di 10 dollari al barile e i furbi facevano utili di miliardi di dollari. E mentre i presidenti di tutti i paesi europei si apprestavano a esprimere il loro cordoglio, i loro banchieri succhiavano decimali al dollaro e finalmente l'euro segnava un bel po' di punti a suo favore. Nessuno ha pensato di chiudere le borse per decenza e rispetto ai cadaveri ancora freschi. La belva feroce del capitalismo affondava felice i suoi denti nelle carni dei morti e fortune luminose si sono costruite in poche ore.
E non c'e' da stupirsi. I grandi speculatori sguazzano in un'economia che uccide ogni anno decine di milioni di persone con la miseria, che volete che siano 20 mila morti a New York?
Dario Fo, Franca Rame, Jacopo Fo"

Discutibile lettura dei fatti, se si vuole, ma cosa assai diversa da quella che ci vorrebbero spacciare il Feltri (nomen omen?) e l'elefantino!


  19 settembre